Monte di Portofino vietato ai bikers..

Mrslate

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Sono stato fortunato a girare nel parco pochi mesi fa. Visto l'ambiente, secondo me la decisione è stata forzata dai proprietari milionari delle dimore del promontorio, che non vogliono vedere rompiscatole che girano lì vicino....
sentieri principali sono in pieno parco e li non ci sono ville di sorta (dal Kulm a scendere per capirci) poi quando ti avvicini all’abitato ti immetti su sentieri comunali/interpoderali (tipo quelli che ti permettono di salire da Santa a Ruta) certi in buono stato certi rovinati dalle alluvioni.
 

Mrslate

Ebiker celestialis
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Vedi l'allegato 73437 È incomprensibile che sulle strade del monte di Portofino dove a vario titolo circolano mezzi a motore non si possa più andare in bicicletta.
Voglio sperare che si tratti di un malinteso e/o dell'applicazione troppo restrittiva di un provvedimento che in ogni caso, a mio avviso, è assurdo.
Mi spiace per la situazione tanto come privato (nel parco ci andrò una volta l'anno quando fanno il raduno) che per le guide (per loro è un lavoro oltre che una passione).
 

vittorisk

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Era sufficiente circoscrivere il divieto ai percorsi sui sentieri, non capisco perché non è stato specificato nel provvedimento dell'ente parco, lasciando così i ciclisti nell'indeterminatezza della norma e in balia di chi può interpretarla a piacimento.
 

Mrslate

Ebiker celestialis
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se avessero circoscritto ai sentieri sarebbe stato più semplice certo, bisogna vedere come si possano indicare i sentieri e/o strade sterrate, magari certi sentieri sulle mappe catastali sono indicati come strade comunali (di solito le vecchie mulattiere sono indicate così)
Certo poteva esser fatta meglio, l’aspetto positivo è anche questo aspetto può servire per avvalorare le giuste rimostranze di Portofino Bike.
 

vittorisk

Ebiker velocibus
9 Luglio 2019
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lettera aperta inviata dalla ASD all’ente parco di Portofino e per conoscenza alle autorità comunali facente parte del territorio coinvolto,

Pregiatissimo Direttore Parco di Portofino,

a seguito del divieto di circolazione per le biciclette disposto il 9 luglio scorso, da tre mesi la Scuola di Ciclismo dell’ASD Bici Camogli Golfo Paradiso Pro Recco Bike non può più utilizzare il campo di allenamento sul Monte di Portofino. Circa 50 bambini sono stati sfrattati dai percorsi del Monte, utilizzati da oltre 20 anni e autorizzati negli anni passati dall’Ente Parco di Portofino.

Abbiamo sempre svolto gli allenamenti 3 volte alla settimana e mai nessuno ha avuto nulla da eccepire, da anni collaboriamo alla manutenzione dei sentieri a noi assegnati ricevendo talvolta anche consigli e suggerimenti da parte del personale del Parco. Gli enti locali sostengono le nostre attività riconoscendo il valore sociale e sportivo della Scuola di Ciclismo (unica in Liguria ad essere riconosciuta dalla Federazione Ciclistica Italiana).

Bici Camogli in questi anni si è fatta conoscere come società sportiva di rilievo nazionale e internazionale. Solo nel 2023 la Società ha vinto il campionato regionale Giovanissimi a squadre (6-12 anni) e i nostri giovani bikers hanno primeggiato in 5 delle 12 categorie MTB del Challange. Ogni anno competiamo per titoli rilevanti, fatto che ci inserisce tra i 10-15 club più importanti del Paese. Nostri atleti, dopo aver imparato sul Monte, competono sulla scena europea e mondiale vestendo la maglia della Nazionale Italiana. Il legame di Bici Camogli e dei ciclisti con l’ambiente appare evidente dallo scopo dell’associazione e dalle attività che compiamo – costantemente a
contatto con natura e in silenzio.

Improvvisamente tutto quanto costruito in anni di duro lavoro viene cancellato da un’ordinanza che riteniamo non condivisibile, immotivata e del tutto sproporzionata. Abbiamo avuto un incontro a giugno e ci è stato manifestato apprezzamento per il ruolo educativo e sociale della nostra scuola. Ci duole constatare che il promesso
aiuto per trovare una soluzione che potesse consentire il proseguimento della nostra attività, ripetiamo autorizzata negli anni dall’Ente Parco, si è tradotto in una diffida notificata il 21/6/2024 nella quale intimavate di sospendere qualunque
attività pena l’arresto sino a 18 mesi e un’ammenda da 1.000 a 10.000 € (questa è stata la risposta alla nostra richiesta, inoltratavi il 10 giugno, di autorizzazione ad organizzare sul Monte di Portofino due giornate di promozione della nostra attività sportiva con i centri estivi di Recco e Camogli – sigh!) .


Da non crederci, purtroppo quanto accaduto dopo è ancora peggio: il divieto assoluto a chiunque di transitare con la bicicletta in tutto il territorio dell’ente parco (persino le strade dove abitualmente transitano le macchine). Da allora un susseguirsi di articoli di stampa dove la bici viene rappresentata come distruttrice dell’ambiente, affermazione mai sentita prima in nessun luogo (parco) del mondo.

Non vediamo alcuna logica fondata o ragionevole in tutto questo. In città si creano piste ciclabili e sul Monte di Portofino si chiudono! Siamo ambientalisti e amiamo la natura quanto tutti e forse più. L’opinione, condivisa da molti, è che i fenomeni di dissesto siano conseguenza di molteplici fattori: dalla mancata manutenzione ai passaggi, forse non sempre necessari, di mezzi a quattro ruote sui sentieri; dall’azione di animali come capre e soprattutto cinghiali – che negli anni hanno provocato innumerevoli danni a muri, gradini e pavimentazioni in pietra – al verificarsi in modo sempre più frequente di eventi metereologici estremi. Il provvedimento pare non tenere in
alcuna considerazione questi fattori e le necessarie misure per farvi fronte, imputando alle sole biciclette i fenomeni erosivi. Parliamo di bici di bambini che pesano sì e no 10 kg – un’auto pesa 100-150 volte tanto! Gli stessi guardiaparco ne fanno uso sui sentieri e perciò non si comprende la logica di mandare un’auto per impedire che la bici deturpi l’ambiente?

Le leggere tracce lasciate da una bicicletta sono paragonabili a quelle di un umano (e neanche comparabili a quelle di un’auto o mezzo a quattro ruote come quelli che di sovente percorrono i sentieri, o anche di animali come i cinghiali) – la chiave è semmai definire regole di fruizione ragionevoli, che contemplino una vita nella natura sostenibile, programmare e garantire nel tempo la manutenzione dei sentieri. Dopo innumerevoli confronti con diverse parti in gioco e con l’opinione pubblica, siamo consci che quanto sosteniamo è ragionevole, fondato, equo. È la
realtà di tutti i parchi del mondo.

Nonostante questa grottesca situazione, che siamo pronti a denunciare con forza e in ogni sede, il nostro intento è collaborativo e pragmatico. Difendiamo con tenacia il nostro campo di allenamento senza il quale la nostra scuola sarà costretta chiudere a fine anno non avendo a disposizione nessun altro percorso certificato. Vogliamo tornare ad allenare bambini e ragazzi quanto prima. Aprire un dialogo costruttivo con il Parco che contempli gli interessi di tutti, e dell’ambiente in primis, in cui noi crediamo quanto voi. Siamo disponibili come sempre in passato ad essere parte attiva della soluzione, intervenendo sulla manutenzione, mappatura e delimitazione del territorio e sulla prevenzione di abusi. Il tutto con una logica e una prospettiva.

Nei parchi l’uso della bici è incoraggiato proprio quale modo di fare sport ecologico, insieme all’escursionismo e discipline collegate. Un’ultima riflessione, da molti mesi (meglio dire anni) la politica dibatte sull’allargamento dei
confini del Parco. Senza entrare nel merito della questione per l’ ASD Bici Camogli Golfo Paradiso Pro Recco Bike il Parco è sempre stato la nostra casa, con orgoglio portiamo in tutta Italia il suo nome alle gare, con passione insegniamo ai bambini ad amare il Parco, educandoli ad una fruizione attenta e rispettosa dell’ambiente. Le sue decisioni e i giudizi trasferiti ai media da sedicenti esperti di tutela dell’ambiente altro non fanno che ingrossare le fila dei detrattori del Parco. Apprezziamo quanto dichiarato alla stampa dal Presidente del Parco
“se non consentiamo la fruizione dell’area del Parco ai bambini del territorio stiamo sbagliando qualcosa…”. Questa
dichiarazione è in aperta contraddizione con la logica del provvedimento di chiusura. Provvedimento che non tutela il Parco di Portofino ma amplifica risentimento e diffidenza nei cittadini.

Crediamo che si debba trovare una soluzione più equilibrata riducendo i divieti introdotti e aumentando le manutenzioni e i controlli, nella direzione di una fruizione consapevole e compatibile con l’ambiente.


https://www.levantenews.it/2024/09/...i-sfrattati-dal-monte-senza-una-vera-ragione/
 

Mrslate

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Letto ora, mi auguro si trovi una soluzione che tenga conto di tutte le esigenze.
Finalmente si sono resi conto delle vere cause del dissesto: non è la mtb ma un processo erosivo in atto (come per altro avevo scritto nei post precedenti).
Bastava chiedere a un contadino o a chiunque viva la natura….
 

vittorisk

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Letto ora, mi auguro si trovi una soluzione che tenga conto di tutte le esigenze.
Finalmente si sono resi conto delle vere cause del dissesto: non è la mtb ma un processo erosivo in atto (come per altro avevo scritto nei post precedenti).
Bastava chiedere a un contadino o a chiunque viva la natura….
Temo che in questa faccenda non basti il buonsenso del contadino o dell'escursionista per 'scagionare' le due ruote.
Perché la MTB è finita sul banco degli imputati grazie ad una campagna stampa ben orchestrata dal secoloxix che identifica la MTB con il Downhill estremo, cattiva stampa con il supporto di ambientalisti ed il nome di un dirigente della Fiab, innescata da una strana ricerca dell'Accademia dei Georgofili a cui è seguito un verbale dei Forestali.
Una cosa del genere non nasce da sola, forse dietro ci sono scelte politiche, il parco coinvolge tre diversi comuni con orientamenti diversi.
In tutto questo a rimetterci siamo/sono i ciclisti che per anni abbiamo/hanno curato quei sentieri da cui sono stati banditi.
Da quanto ho letto l'ente parco non sembra disponibile a riaprire alle bici purtroppo.
 
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Temo che in questa faccenda non basti il buonsenso del contadino o dell'escursionista per 'scagionare' le due ruote.
Perché la MTB è finita sul banco degli imputati grazie ad una campagna stampa ben orchestrata dal secoloxix che identifica la MTB con il Downhill estremo, cattiva stampa con il supporto di ambientalisti ed il nome di un dirigente della Fiab, innescata da una strana ricerca dell'Accademia dei Georgofili a cui è seguito un verbale dei Forestali.
Una cosa del genere non nasce da sola, forse dietro ci sono scelte politiche, il parco coinvolge tre diversi comuni con orientamenti diversi.
In tutto questo a rimetterci siamo/sono i ciclisti che per anni abbiamo/hanno curato quei sentieri da cui sono stati banditi.
Da quanto ho letto l'ente parco non sembra disponibile a riaprire alle bici purtroppo.
Hai perfettamente ragione!
ho letto troppo velocemente l’articolo ed ho interpretato le disamine del geologo (tecnico di parte di Portofino Bike) come un accoglimento dell’Ente Parco ma cosi, purtroppo, non è!
E’ la mia speranza di una soluzione positiva che mi ha fatto volare col pensiero….
La vicenda, come dici tu, parte da molto lontano, l’Ente Parco è messo in mezzo a due fuochi e rischiava, probabilmente, se non interveniva in un qualche modo.
Piccolo ot: purtroppo viviamo in una realtà dove i comitati dei no sono sempre ascoltati: no bici nel parco, no tunnel, no lavori edili e via discorrendo - chiudo ot.
Mi auguro tuttavia che si trovi una soluzione che contenti un poco tutti. Penso sempre che un parco debba contemplare la possibilità di essere visitato ed apprezzato dal singolo cittadino, altrimenti sarà solo una “Città proibita” portando scontento ed astio tra le persone.
 
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Se la soluzione non c'è , bene allora venite nel parco nazionale del Gargano, vi aspettano i boschi:
1) foresta Umbra
2) bosco Quarto
3) bosco spina pulci
4) bosco di San Matto
5) piana di Monte calvo
6) bosco Rosso
Tanto altro ancora, qui nessun divieto e migliaia di km di percorso da quello più facile al difficilissimo.
 
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Qualcuno sa se c'è stata qualche evoluzione del ricorso presentato dalla Portofino bike e sulle richieste della definizione di nuove regole per la fruizione del Parco alle bici?
 

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Piccolo ot: purtroppo viviamo in una realtà dove i comitati dei no sono sempre ascoltati: no bici nel parco, no tunnel, no lavori edili e via discorrendo - chiudo ot.
Oddio, tra un "no tunnel" ed un "no bici nel parco" ci vedo parecchie differenze, secondo me si sbaglia nel dire che viviamo in una realtà "del no".
Ci sono no giusti e no stronzate, inevitabilmente in base alle proprie idee, ma credo che il messaggio della "realtà dei no" sia non corretto.
 
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