@kilowatt devo spiegare il concetto di “tarato”. Non intendo dire prendo il telaio X e faccio spazio per il motore.
Quello che intendo io è: ho il telaio X con la sua estetica e piattaforma. Innanzitutto posiziono il motore e tutti gli elementi. Ok, ci sta ma devo modificare un pò i punti del sistema perche non posso più tenerli proprio lì e poi devo modificare la curva tenendo in conto il peso in più. Ok, fatto sulla carta. Adesso però dobbiamo irrobustire il telaio, stiamo aggiungendo parecchi Kg. Bene, la simulazione sembra buona. Facciamo un prototipo per vedere se tutto va sul campo. Non siamo stati fortunati e il/i tester ci da dei consigli per aggiustare 2 o 3 punti. Nuova tavola, nuovo protipo. Questa volta ci piace. Modello definitivo.
Risultato finale: bene abbiamo una bici elettrica che funziona e che assomiglia esteticamente al resto della produzione, ora i forumendoli di Ebike-mag possono massacrarci dicendo che non abbiamo fatto innovazione e che abbiamo solo buttato lì il motore.
Nel caso di Yeti per fare tutto ciò ci son voluti 6 anni e ne hanno fatto un punto di vanto.
Altri semplicemente non enfatizzano così tutto il processo e gli anni che ci vogliono.
Forse “tarato” è un termine riduttivo.
Poi ci sono quelli che partono da zero, che non hanno un marchio tradizionale alle spalle però magari non è proprio così. Husqvarna fa parte di un grande gruppo che ha altri marchi. Thok nasce da un ex biker professionista e uno staff decisamente eclettico. Solo per esempio, solo per parlare di marchi che bene o male conosciamo.
Sai cosa mi piacerebbe vedere? Un marchio di moto da trial che si mette lì e trasferisce i concetti delle moto da trial/motoalpinismo e li porta su una e-mtb progettata da zero.