Ok, giusto. Allora ho preso un abbaglio con il primo paio

Belle scarpe, mi convincono alla prova statica. Ho preso un numero in meno del consigliato sul sito e in lunghezza sono perfette. Vestono molto aderente ma fortunatamente ho il piede magro: le sconsiglio per chi ha la pianta larga o il collo alto.
Nel fine settimana le provo con i pedali Mamba S (ibridi) e vediamo se confermano le aspettative.
Allora, ho fatto 2 uscite con il nuovo assetto pedali/scarpe in 2 contesti differenti: il primo nel mio percorso "di casa", salita tosta e scassata e discesa per un sentiero verticale, lento, trialistico e con passaggi esposti. La seconda giornata in bike park al Carosello di Livigno, quindi percorsi flow abbastanza facili (tolti 2 trails più enduristici).
Parto dalle considerazioni generali: le Five Ten Trailcross clip-in sono molto belle e ben realizzate. Esteticamente si discostano, già al primo sguardo, dalla consueta forma un po' bombata (e, a mio avviso, ormai datata) delle classiche Freeride o Impact. Se mai richiamano la silhouette di scarpe sportive da corsa, più alte e affusolate. La scelta dei colori è sobria ma attraente, i materiali piacevoli al tatto e ben assemblati. La calzata è tendenzialmente stretta e avvolgente, ideale per il mio piede...ma potrebbe rappresentare un problema per chi ha il collo del piede alto o la pianta larga. E' presente una protezione in gomma per le dita, ma non è appariscente come in altri modelli. Indossata per ore, si è rivelata fin da subito estremamente comoda, non troppo calda e con la suola rigida quanto basta per pedalare, senza però essere di impaccio nella camminata. Anzi, il grip offerto sul terreno e sulle rocce, anche in salita con pendenza elevata, è veramente alto. Inoltre le tacchette, montate senza lo spessore incluso con le scarpe, non sporgono per nulla dalla suola e non impattano con la superficie del terreno, nonostante l'aggancio sia perfetto con i pedali. La suola, invece, non mi è sembrata all'altezza della fama della Stealth originale, nel senso che il grip sui pin è di livello non eccelso. Ma immagino non sia stata la priorità di chi l'ha disegnata, essendo una scarpa da utilizzare prevalentemente con le tacchette (il cui montaggio è immediato e favorito dalla presenza di righe in rilievo per il corretto allineamento). Insomma, mi è proprio piaciuta.
Passando ai pedali, i Funn Mamba S, con un lato flat e l'altro SPD, sono relativamente piccoli (pagano un paio di cm in larghezza rispetto al modello più grande), pesano poco e impattano meno di altri sul terreno. Anch'essi sono solidi e ben costruiti, con ottime finiture. L'aggancio è regolabile, io l'ho utilizzato circa a metà del range, con inserimento della tacchetta secco e definito e sgancio altrettanto netto. L'accoppiata con le Five Ten è perfetta, non perde un aggancio né ci sono problemi nello sganciarsi. La tenuta sul lato flat non è invece così convincente, sia, come detto, per la mescola della suola, sia per la forma dei pin che sono più arrotondati che affilati (di contro, stinchi e polpacci ringraziano

). Come già anticipato da qualcuno nei post precedenti, i pedali hanno la brutta abitudine di trovarsi sempre dal lato sbagliato! Quando avresti bisogno del lato flat, mostrano la gabbietta... e al contrario quando ti servirebbe un aggancio immediato

...ma qui gioca Murphy, e c'è poco da fare. Seriamente, dopo pochissimo si prende la mano (anzi, il piede!) e come per la bdc si gira il pedale sul lato richiesto quasi senza pensarci. In definitiva, due bei prodotti a prezzi non esagerati.
Passiamo all'utilizzo sul campo. Dico fin da subito che, purtroppo, non sono la soluzione adatta a me. In bike park si sono rivelati eccellenti, la connessione con la bici è decisamente più solida e dà maggiore sicurezza sullo scassato veloce (quel poco che ho trovato al Carosello) e sui salti. Soprattutto in questo frangente, mi è capitato alcune volte con i pedali flat di perdere l'appoggio. Capita soprattutto a fine giornata, stanco e deconcentrato...la guida è più passiva, i tempi sono sbagliati e l'errore è dietro l'angolo. Con gli SPD è tutto più facile, la bici segue il corpo e viceversa. Vien da osare qualcosa di più (e alla mia età non è un bene

). Ero già convinto di questo esito, ne ho avuto conferma.
Purtroppo però sul mio percorso naturale di alta montagna, le cose stanno diversamente. Più di una volta, nei passaggi più ripidi e tecnici, ho avuto la sensazione spiacevole di non essere in sicurezza e di rischiare. Anche in salita ostica, ho rischiato di cadere per quella frazione minima di ritardo nello sganciare il piede e trovare un appoggio prima di ribaltarmi con la bici. Nel ripartire, un cinema... difficilissimo (almeno per me) farlo in situazioni di equilibrio instabile: bisogna cercare di arrivare ad un punto in cui posizionarsi con maggiore agio. Probabilmente la pratica aiuta ad affinare la tecnica (come sempre), ma per le mie necessità pedali e scarpe flat rispondono molto meglio su questi percorsi. E non è solo una questione di rendere più piacevole l'uscita, ma di sicurezza... perchè se fallisco lo sgancio in certi passaggi, mi raccolgono con il cucchiaio in fondo alla valle.
Quindi, scusandomi per averla tirata lunga, tentativo interessante ma abortito... torno alla mia configurazione iniziale, accettando qualche rinuncia nell'utilizzo sui trail artificiali (ci vado raramente) e preferendo l'immediatezza di utilizzo nei miei percorsi abituali.
Se interessati, una volta smontati i pedali e lavate le scarpe, le troverete sul mercatino
Dimenticavo! Dal punto di vista della salita pedalata, nessuna differenza. Stessi tempi, stessi consumi, stesse assistenze. Su una ebike il senso di essere agganciati per "tirare" i pedali non esiste... e ho più di qualche dubbio che sia significativo anche su bici muscolari.