Il no del referendum era sicuramente ideologico, scaturito dal disastro di Cernobyl.
Ma le centrali nucleari non sono esenti da problemi, e anche volendo ignorarne diversi (dove compriamo il carburante, come le raffreddiamo con le sempre più fequenti siccità, come gestiamo le scorie) i due problemi pragmatici che vedo (e che indicano esperti molto più informati di me, che sono un semplice lettore) sono i costi di costruzione e i tempi: non c'è una singola centrale recente che non ha avuto ritardi e lievitazione dei costi.
Flamanville in Francia, per dirne uno famoso, è stato avviato nel 2007, doveva essere completato nel 2012 a un costo di 3,3 miliardi di euro. Il costo è salito a oltre 13,2 miliardi di euro, e il il caricamento del combustibile è stato posticipato al 2024, 12 anni dopo (
https://www.world-nuclear-news.org/Articles/Further-delay-to-Flamanville-EPR-start-up).
Adesso si parla degli SMR, come il Ruspa che ne vorrebbe mettere uno a Milano (sono più piccoli, ma non ha capito che son comunque diversi ettari... ma vabbè), ma anche qui, gioie e dolori: il NuScale negli USA è considerato un pò il capostipite di questi progetti e non sta avendo una gestazione facile (
https://www.energymonitor.ai/sectors/power/small-modular-reactors-smrs-what-is-taking-so-long/), progettato nel 2001, non entrerà in funzione prima del 2030,e nel frattempo il costo è lievitato da 5,3 miliardi di dollari a 9,3 miliardi.
Io non sono ideologicamente contro, ma penso all'Italia con il mega magna-magna che arriva con ogni progetto statale, e i ritardi assurdi come la mitologica Salerno-Reggio Calabria, e ho il timore che da noi arriverebbero ben prima le centrali a fusione che una di queste centrali fosse pronta. Pragmaticamente, con gli stessi soldi già adesso si potrebbe invece installare tantissimo fotovoltaico, eolico off-shore e accumuli di vario tipo.