Da Meta
"FALLIMENTI ANNUNCIATI
Ne avevano parlato gli scorsi anni di Marelli, del fondo KKR, ed oggi il loro fallimento non stupisce affatto.
La gestione Marelli è lo specchio di un'Italia che ha smarrito la strada della produttività, condannandosi a un declino inarrestabile.
Dietro ogni stabilimento che chiude, ogni eccellenza industriale che finisce in fondi speculativi stranieri per poi naufragare, c'è lo stesso denominatore comune: un Paese che non riesce più a generare valore.
La produttività italiana ristagna da anni, non è solo una questione di settore auto.
Non è colpa dell'automotive in crisi, non è colpa della transizione energetica, non è colpa della "pandemia". È colpa di un sistema-Paese che ha smesso di investire nel futuro. Senza produttività, le aziende non hanno margini per innovare, per aumentare i salari, per competere. È un circolo vizioso letale.
Marelli era un'eccellenza italiana, nata come Magneti Marelli nel 1919. Un secolo di storia industriale spazzato via in pochi anni di gestione finanziaria. Prima la cessione da FCA al fondo americano KKR, infine il fallimento annunciato. La solita storia di un'Italia che svende i suoi gioielli di famiglia per poi piangerli quando ormai è troppo tardi.
La cosa grave è che non c'è una strategia credibile per invertire questa tendenza.
"
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Ho lavorato in Marelli per quasi 10 anni come consulente e la notizia mi rattrista molto ma non mi stupisce..
Condivido con voi un episodio tra i tanti, che racconta qui, dove scopriamo quanto sono bravi i cinesi di Dji, la decadenza dell'imprenditoria italiana e la pigrizia culturale dell'occidente.
Io lavoravo in Marelli Motorsport, divisione high tech del gigante che aveva circa 20000 dipendenti sparsi per il mondo e fatturava (allora per Fiat) decine di miliardi.
Nel 2016 ho provato una delle prime Turbo Levo e, nonostante fossi allora un talebano della fatica muscolare, sono rimasto molto colpito di cosa si potesse fare con una bici e un motorino elettrico..!
Nella mia entusiastica innocenza, il mattino dopo ho raccontato al mio capo e al suo capo (l'AD di Motorsport) cosa avevo provato e che, secondo me, la divisione sportiva dell'azienda avrebbe potuto analizzare una nuova e promettente fetta di mercato e valutare se poteva essere un business da affiancare ai prodotti per motori termici.
Con l'elettronica che avevamo e un buon progetto meccanico saremmo stati 10 anni avanti agli altri.
In risposta mi hanno dedicato uno sguardo eloquente e poche parole che hanno gelato il mio sincero entusiasmo per un prodotto, una idea, che sarebbe stato perfetto per la tipologia e le capacità dell'azienda:
"Per noi i motori sono a benzina. Per i trapani e le lavatrici c'è già Bosch."
Io allora volevo fare il saputello e mi hanno rimesso in riga, ora però i geni del marketing portano i libri in tribunale per concordare il fallimento..
"FALLIMENTI ANNUNCIATI
Ne avevano parlato gli scorsi anni di Marelli, del fondo KKR, ed oggi il loro fallimento non stupisce affatto.
La gestione Marelli è lo specchio di un'Italia che ha smarrito la strada della produttività, condannandosi a un declino inarrestabile.
Dietro ogni stabilimento che chiude, ogni eccellenza industriale che finisce in fondi speculativi stranieri per poi naufragare, c'è lo stesso denominatore comune: un Paese che non riesce più a generare valore.
La produttività italiana ristagna da anni, non è solo una questione di settore auto.
Non è colpa dell'automotive in crisi, non è colpa della transizione energetica, non è colpa della "pandemia". È colpa di un sistema-Paese che ha smesso di investire nel futuro. Senza produttività, le aziende non hanno margini per innovare, per aumentare i salari, per competere. È un circolo vizioso letale.
Marelli era un'eccellenza italiana, nata come Magneti Marelli nel 1919. Un secolo di storia industriale spazzato via in pochi anni di gestione finanziaria. Prima la cessione da FCA al fondo americano KKR, infine il fallimento annunciato. La solita storia di un'Italia che svende i suoi gioielli di famiglia per poi piangerli quando ormai è troppo tardi.
La cosa grave è che non c'è una strategia credibile per invertire questa tendenza.
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Fallimento Magneti Marelli, 1600 lavoratori rischiano. Tavolo al Mimit, Urso: "Se necessario useremo la golden power"
Il fondo statunitense Kkr ha oltre 4 milioni di euro di debito. I sindacati uniti chiedono garanzie e l'intervento del Governo

Ho lavorato in Marelli per quasi 10 anni come consulente e la notizia mi rattrista molto ma non mi stupisce..
Condivido con voi un episodio tra i tanti, che racconta qui, dove scopriamo quanto sono bravi i cinesi di Dji, la decadenza dell'imprenditoria italiana e la pigrizia culturale dell'occidente.
Io lavoravo in Marelli Motorsport, divisione high tech del gigante che aveva circa 20000 dipendenti sparsi per il mondo e fatturava (allora per Fiat) decine di miliardi.
Nel 2016 ho provato una delle prime Turbo Levo e, nonostante fossi allora un talebano della fatica muscolare, sono rimasto molto colpito di cosa si potesse fare con una bici e un motorino elettrico..!
Nella mia entusiastica innocenza, il mattino dopo ho raccontato al mio capo e al suo capo (l'AD di Motorsport) cosa avevo provato e che, secondo me, la divisione sportiva dell'azienda avrebbe potuto analizzare una nuova e promettente fetta di mercato e valutare se poteva essere un business da affiancare ai prodotti per motori termici.
Con l'elettronica che avevamo e un buon progetto meccanico saremmo stati 10 anni avanti agli altri.
In risposta mi hanno dedicato uno sguardo eloquente e poche parole che hanno gelato il mio sincero entusiasmo per un prodotto, una idea, che sarebbe stato perfetto per la tipologia e le capacità dell'azienda:
"Per noi i motori sono a benzina. Per i trapani e le lavatrici c'è già Bosch."
Io allora volevo fare il saputello e mi hanno rimesso in riga, ora però i geni del marketing portano i libri in tribunale per concordare il fallimento..