Purtroppo ci sono passato già alcune volte da queste situazioni... e sempre da solo. La prima regola che ho imparato è di mantenere la calma, non farsi prendere dall'agitazione, dalla fretta o addirittura dal panico. Prendendosi il giusto tempo e facendo le cose con tranquillità e perizia, ci si toglie dai casini.
In quanto alla tecnica, di solito ho spinto, sollevato, spallato o trascinato la bici intera. Però una volta, per superare un canalone con una lingua di neve e ghiaccio in forte pendenza, ho preferito smontare ruote e batteria e attraversare più volte con meno peso.
Solo una volta, in mezzo ad un bosco fitto con molte piante cadute, dopo averne superate un paio ed essendo esausto dalla giornata in bici, ho preferito lasciarla lì e sono sceso a piedi, tornando il giorno dopo con un amico e una motosega.
Ciò che mi preoccupa più di tutto è il calare del sole: in primavera ed estate c'è luce fino a tardi, ma già in autunno ci vuole poco a trovarsi nel bosco con poca visibilità nel tardo pomeriggio.
Nella mia esperienza, c'è QUASI MAI quella soluzione, altro che sempre! I miei percorsi in discesa non sono quasi mai fattibili al contrario... o lo sono per brevissimi tratti a fronte di molte energie spese. Se va bene e si riesce ad arrivare in breve ad un punto favorevole, si risale aiutandosi con il walk... ma poi subentra la stanchezza e grossi dislivelli li vedo improponibili. Meglio farsi aiutare dalla gravità e provare a scendere