Foto racconto di una bella e fresca giornata di metà Ottobre in compagnia dell'inossidabile Max.
Partiti da Ovaro in breve siamo in piazza a Liariis e proprio li, dove tutti girano a destra per affrontare la feroce salita che ha reso famosa la montagna noi tiriamo dritto ma la cosa non sfugge ad una anziana signora del paese che ci indica col dito che "lo Zoncolan è da quella parte" sorrido, saluto e con poche parole in dialetto stretto dico che saliamo da Clavais perchè di là è troppo ripida...annuisce col capo.
In realtà più a monte ci raccorderemo con la nota salita ma non siamo qui per lei, che conosco molto bene da ancor prima che divenisse una star e venisse asfaltata, quando da ragazzino la salivo a piedi per andare a cercar funghi nei boschi di Barc.
E da Liariis in breve siamo a Clavais, uno dei paesini più belli della Carnia.
Oltre il piccolo villaggio imbocchiamo la sterrata che circa a quota 1.000 si raccorda con l'erta.
Assistenza al minimo, rapporto agile e pian pianino arriviamo agli stavoli di Barc:
Trasformati in dimore estive, quello più grande un tempo era il fienile mentre quello piccolo era adibito a ricovero/cucina con tanto di buco sul tetto tipo Pantheon per far uscire il fumo del focolare acceso per cuocere la polenta nel paiolo appeso alla catena degli alari..tutto era nero, come il mio umore a causa della lungaggine dei tempi di cottura ma ero un fanciullo e non mi rendevo conto che stavo vivendo e respirando (assieme al fumo che non usciva dal buco), gli ultimi atti di un rito che si perdeva nella notte dei tempi.
La prima galleria e la prima neve
L'ultima curva prima dell'arrivo:
Ma non è mica finita...
Partiti da Ovaro in breve siamo in piazza a Liariis e proprio li, dove tutti girano a destra per affrontare la feroce salita che ha reso famosa la montagna noi tiriamo dritto ma la cosa non sfugge ad una anziana signora del paese che ci indica col dito che "lo Zoncolan è da quella parte" sorrido, saluto e con poche parole in dialetto stretto dico che saliamo da Clavais perchè di là è troppo ripida...annuisce col capo.
In realtà più a monte ci raccorderemo con la nota salita ma non siamo qui per lei, che conosco molto bene da ancor prima che divenisse una star e venisse asfaltata, quando da ragazzino la salivo a piedi per andare a cercar funghi nei boschi di Barc.
E da Liariis in breve siamo a Clavais, uno dei paesini più belli della Carnia.


Oltre il piccolo villaggio imbocchiamo la sterrata che circa a quota 1.000 si raccorda con l'erta.
Assistenza al minimo, rapporto agile e pian pianino arriviamo agli stavoli di Barc:

Trasformati in dimore estive, quello più grande un tempo era il fienile mentre quello piccolo era adibito a ricovero/cucina con tanto di buco sul tetto tipo Pantheon per far uscire il fumo del focolare acceso per cuocere la polenta nel paiolo appeso alla catena degli alari..tutto era nero, come il mio umore a causa della lungaggine dei tempi di cottura ma ero un fanciullo e non mi rendevo conto che stavo vivendo e respirando (assieme al fumo che non usciva dal buco), gli ultimi atti di un rito che si perdeva nella notte dei tempi.
La prima galleria e la prima neve


L'ultima curva prima dell'arrivo:


Ma non è mica finita...