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Testo
<blockquote data-quote="Danoz" data-source="post: 49993" data-attributes="member: 1158"><p>Con tutto il rispetto per i 100 anni del marchio, ma a livello di risultato finale siamo indietro...</p><p>Se fossimo a scuola sarei tra il 4 e mezzo e il 5.</p><p>Non scomodiamo l'estetica, dove resta una valutazione alla fine dei conti soggettiva, ma è evidente che il mercato va verso il far somigliare le EBike alle MTB muscolari, integrando e mimetizzando il pacco batterie, integrando e mimetizzando il motore e copiando le geometrie delle muscolari per i vari campi di applicazione (trail-enduro-dh). Questa Wilier da questo punto di vista assomiglia alle EBike di 4 anni fa.</p><p>Componentistica: il 90% di chi compra una EBike, la acquista per farci salite e discese. Freni, ammortizzatori e cambio sono i componenti chiave.</p><p>Se prendiamo questa Wilier 803 da 4200€ di listino e la paragoniamo per esempio alla Commencal da 4000€ per prendere una EMTB con stesso motore, la W. monta una forcella RS SEKTOR da 140, la C monta una RS YARI da 160. Aldilà dell'escursione, tra le due forcelle c'è un abisso, e 300-400€ di costo di differenza. Stesso discorso per l'ammortizzatore, un Monarch R contro un SuperDeLuxe R. Un'altra cosa!</p><p></p><p>Da Italiano, mi dispiace vedere che un mercato molto promettente come quello delle EBike stia per essere coperto all'80% da 4-5 marchi non Italiani: Specialized, Haibike, Cube, KTM e poco più a giudicare da quello che vedo in giro. Questo mercato è ancora giovane, e con un pò di coraggio qualche marchio italiano FORSE farebbe ancora in tempo ad entrarci con un buon peso, ma sono necessarie scelte coraggiose e qualche € di investimento in più, e qualche sforzo in più nel capire cosa vuole il mercato.</p><p>Basta passare qualche ora sui forum o su FB e già si capiscono tante cose:</p><p></p><p>Per adesso l'unico prodotto italiano che in maniera giusta sembra rispondere a quello che vuole il mercato è la nenonata Thok, ma paga il sistema distributivo sul mercato ridotto al minimo, che impatta giocoforza sui numeri di vendita. La stragrande maggioranza delle bici si vendono ancora dal bicivendolo, e alla fine compri quello che ha il bicivendolo del tuo paese.</p><p>Da questo punto di vista i produttori italiani stanno dilapidando un patrimonio incredibile: il colegamento con i bicivendoli. Stanno facendo prendere piedi a marchi prima inesistenti nei negozi come Haibike o Bulls o Rotwild a scapito di Bianchi, Olympia, Wilier. Lo spazio nei negozi quello è...... </p><p></p><p>Due settimane fa ho acquistato la mia prima EBike, ahimè non italiana, e ho dovuto aspettare il mio turno avendo 2 clienti prima di me che, non erano li a perdere tempo, ma hanno acquistato anche loro una ebike. Parliamo di 4-5 mila euro a botta!!! E' incredibile, da rimanere a bocca aperta, e siamo a Settembre. ITALIANE... sveglia!!!!!</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Danoz, post: 49993, member: 1158"] Con tutto il rispetto per i 100 anni del marchio, ma a livello di risultato finale siamo indietro... Se fossimo a scuola sarei tra il 4 e mezzo e il 5. Non scomodiamo l'estetica, dove resta una valutazione alla fine dei conti soggettiva, ma è evidente che il mercato va verso il far somigliare le EBike alle MTB muscolari, integrando e mimetizzando il pacco batterie, integrando e mimetizzando il motore e copiando le geometrie delle muscolari per i vari campi di applicazione (trail-enduro-dh). Questa Wilier da questo punto di vista assomiglia alle EBike di 4 anni fa. Componentistica: il 90% di chi compra una EBike, la acquista per farci salite e discese. Freni, ammortizzatori e cambio sono i componenti chiave. Se prendiamo questa Wilier 803 da 4200€ di listino e la paragoniamo per esempio alla Commencal da 4000€ per prendere una EMTB con stesso motore, la W. monta una forcella RS SEKTOR da 140, la C monta una RS YARI da 160. Aldilà dell'escursione, tra le due forcelle c'è un abisso, e 300-400€ di costo di differenza. Stesso discorso per l'ammortizzatore, un Monarch R contro un SuperDeLuxe R. Un'altra cosa! Da Italiano, mi dispiace vedere che un mercato molto promettente come quello delle EBike stia per essere coperto all'80% da 4-5 marchi non Italiani: Specialized, Haibike, Cube, KTM e poco più a giudicare da quello che vedo in giro. Questo mercato è ancora giovane, e con un pò di coraggio qualche marchio italiano FORSE farebbe ancora in tempo ad entrarci con un buon peso, ma sono necessarie scelte coraggiose e qualche € di investimento in più, e qualche sforzo in più nel capire cosa vuole il mercato. Basta passare qualche ora sui forum o su FB e già si capiscono tante cose: Per adesso l'unico prodotto italiano che in maniera giusta sembra rispondere a quello che vuole il mercato è la nenonata Thok, ma paga il sistema distributivo sul mercato ridotto al minimo, che impatta giocoforza sui numeri di vendita. La stragrande maggioranza delle bici si vendono ancora dal bicivendolo, e alla fine compri quello che ha il bicivendolo del tuo paese. Da questo punto di vista i produttori italiani stanno dilapidando un patrimonio incredibile: il colegamento con i bicivendoli. Stanno facendo prendere piedi a marchi prima inesistenti nei negozi come Haibike o Bulls o Rotwild a scapito di Bianchi, Olympia, Wilier. Lo spazio nei negozi quello è...... Due settimane fa ho acquistato la mia prima EBike, ahimè non italiana, e ho dovuto aspettare il mio turno avendo 2 clienti prima di me che, non erano li a perdere tempo, ma hanno acquistato anche loro una ebike. Parliamo di 4-5 mila euro a botta!!! E' incredibile, da rimanere a bocca aperta, e siamo a Settembre. ITALIANE... sveglia!!!!! [/QUOTE]
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