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<blockquote data-quote="Docste" data-source="post: 388994" data-attributes="member: 9408"><p>Potrebbe senz'altro essere come dici... non ho elementi per giudicare. Per il momento mi fido di ciò che mi dice il rivenditore che mi garantisce la presenza attiva di DSB nel risolvere i problemi. Vedremo <img src="data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7" class="smilie smilie--sprite smilie--sprite105" alt=":)" title="Smile :)" loading="lazy" data-shortname=":)" /></p><p></p><p>Rispondo anche alla domanda simile di [USER=1338]@riptide[/USER].</p><p>Rispetto al modello precedente, il motore è decisamente più piccolo e leggero. La differenza dal punto di vista estetico è evidente. Il funzionamento è più raffinato, nel senso che è molto più silenzioso, meno "brusco" e con meno vibrazioni. Insomma, ha guadagnato una fluidità sconosciuta al Dyname 3.0, pur rimanendo ancora un po' distante da Bosch e, soprattutto, Brose. Si intuisce però che è uno step evolutivo importante. Anche la trasmissione, nodo critico della vecchia versione, è migliorata: anche in questo caso in termini di silenziosità e minori vibrazioni. La batteria è non solo più capiente, ma finalmente removibile. L'autonomia è complessivamente migliorata, per la maggiore capacità della batteria ma anche grazie all'ottimizzazione dei consumi. Il jumbotron è tanto semplice quanto funzionale: aldilà delle informazioni rese (che non sono molte in verità), permette il controllo e l'impostazione delle mappe motore senza l'uso di app e cellulare, in maniera immediata anche in marcia e solo con l'utilizzo dei tasti a manubrio. Geniale nella sua immediatezza.</p><p>Dal punto di vista ciclistico, le ruote da 29" e la nuova geometria (più moderna, con reach maggiorato, angolo sterzo più aperto e piantone sella più verticale) hanno reso ancora più inarrestabile la Altitude, senza però perdere nulla in agilità e maneggevolezza, di livello altissimo per la tipologia di bici (almeno rispetto ai diversi modelli che ho avuto modo di provare). E' una bici eclettica, con geometrie aggiornate ma non esasperate ed un telaio "sano", ben progettato: funziona bene quasi dappertutto e non sfigura rispetto alle concorrenti in nessun campo. Il carro posteriore è più rigido del precedente e lavora altrettanto bene anche con l'ammortizzatore ad aria (sulla vecchia Altitude gli avevo preferito quello a molla). Ora monta una forcella da 38, rispetto alla 36 del passato: ognuno valuti se è un plus o meno. Sicuramente è migliorata (nel senso di diminuita) l'altezza del tubo piantone sella, così da poter montare agevolmente reggisella telescopici a lunga escursione (sulla precedente ero al limite con quello da 150, ora monto un 180 ma avrei potuto installare anche un 200). E' stato aggiunto il flipchip sul forcellone per aumentare la lunghezza del carro e, conseguentemente, l'interasse della bici. Di contro, si è passati dal Ride9 al Ride4, più semplice e robusto: 4 posizioni diverse bastano e avanzano. I modelli con telaio in carbonio permettono la sostituzione del supporto ammortizzatore per la configurazione mullet, così come studiata e progettata dalla Casa Madre e non frutto di alchimie da garage (secondo me un plus non da poco, per chi fosse interessato a questo assetto).</p><p>Il peso, nonostante la batteria più capiente, le ruotone e la forcella massiccia, è restato pressappoco il medesimo. Di serie viene venduta con pneumatici "seri" (MAXXIS DD in mescola morbida) e con inserto Cushcore già installato. Gli allestimenti mi sembrano ben calibrati in tutte le offerte, forse più interessanti sono le versioni in alluminio A50 e A70.</p><p>L'estetica è soggettiva, ma a me sembra ancora più snella rispetto al modello precedente. In confronto ad altre ebike, il tubo obliquo sembra essere la metà e tutta la bici "riporta" maggiormente all'immagine del modello muscolare.</p><p>Per ultimo, il prezzo. Tutto è aumentato in questi anni, e la Altitude non è estranea al fenomeno. Costa tanto, vero... ma è un prodotto con caratteristiche e funzionamento non comuni. Dal mio punto di vista, insieme a Yeti e pochissime altre, si paga anche un minimo di esclusività e di es(r)otismo. Ognuno valuti da sè se ne vale la pena, o meno. <img src="data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7" class="smilie smilie--sprite smilie--sprite105" alt=":)" title="Smile :)" loading="lazy" data-shortname=":)" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Docste, post: 388994, member: 9408"] Potrebbe senz'altro essere come dici... non ho elementi per giudicare. Per il momento mi fido di ciò che mi dice il rivenditore che mi garantisce la presenza attiva di DSB nel risolvere i problemi. Vedremo :) Rispondo anche alla domanda simile di [USER=1338]@riptide[/USER]. Rispetto al modello precedente, il motore è decisamente più piccolo e leggero. La differenza dal punto di vista estetico è evidente. Il funzionamento è più raffinato, nel senso che è molto più silenzioso, meno "brusco" e con meno vibrazioni. Insomma, ha guadagnato una fluidità sconosciuta al Dyname 3.0, pur rimanendo ancora un po' distante da Bosch e, soprattutto, Brose. Si intuisce però che è uno step evolutivo importante. Anche la trasmissione, nodo critico della vecchia versione, è migliorata: anche in questo caso in termini di silenziosità e minori vibrazioni. La batteria è non solo più capiente, ma finalmente removibile. L'autonomia è complessivamente migliorata, per la maggiore capacità della batteria ma anche grazie all'ottimizzazione dei consumi. Il jumbotron è tanto semplice quanto funzionale: aldilà delle informazioni rese (che non sono molte in verità), permette il controllo e l'impostazione delle mappe motore senza l'uso di app e cellulare, in maniera immediata anche in marcia e solo con l'utilizzo dei tasti a manubrio. Geniale nella sua immediatezza. Dal punto di vista ciclistico, le ruote da 29" e la nuova geometria (più moderna, con reach maggiorato, angolo sterzo più aperto e piantone sella più verticale) hanno reso ancora più inarrestabile la Altitude, senza però perdere nulla in agilità e maneggevolezza, di livello altissimo per la tipologia di bici (almeno rispetto ai diversi modelli che ho avuto modo di provare). E' una bici eclettica, con geometrie aggiornate ma non esasperate ed un telaio "sano", ben progettato: funziona bene quasi dappertutto e non sfigura rispetto alle concorrenti in nessun campo. Il carro posteriore è più rigido del precedente e lavora altrettanto bene anche con l'ammortizzatore ad aria (sulla vecchia Altitude gli avevo preferito quello a molla). Ora monta una forcella da 38, rispetto alla 36 del passato: ognuno valuti se è un plus o meno. Sicuramente è migliorata (nel senso di diminuita) l'altezza del tubo piantone sella, così da poter montare agevolmente reggisella telescopici a lunga escursione (sulla precedente ero al limite con quello da 150, ora monto un 180 ma avrei potuto installare anche un 200). E' stato aggiunto il flipchip sul forcellone per aumentare la lunghezza del carro e, conseguentemente, l'interasse della bici. Di contro, si è passati dal Ride9 al Ride4, più semplice e robusto: 4 posizioni diverse bastano e avanzano. I modelli con telaio in carbonio permettono la sostituzione del supporto ammortizzatore per la configurazione mullet, così come studiata e progettata dalla Casa Madre e non frutto di alchimie da garage (secondo me un plus non da poco, per chi fosse interessato a questo assetto). Il peso, nonostante la batteria più capiente, le ruotone e la forcella massiccia, è restato pressappoco il medesimo. Di serie viene venduta con pneumatici "seri" (MAXXIS DD in mescola morbida) e con inserto Cushcore già installato. Gli allestimenti mi sembrano ben calibrati in tutte le offerte, forse più interessanti sono le versioni in alluminio A50 e A70. L'estetica è soggettiva, ma a me sembra ancora più snella rispetto al modello precedente. In confronto ad altre ebike, il tubo obliquo sembra essere la metà e tutta la bici "riporta" maggiormente all'immagine del modello muscolare. Per ultimo, il prezzo. Tutto è aumentato in questi anni, e la Altitude non è estranea al fenomeno. Costa tanto, vero... ma è un prodotto con caratteristiche e funzionamento non comuni. Dal mio punto di vista, insieme a Yeti e pochissime altre, si paga anche un minimo di esclusività e di es(r)otismo. Ognuno valuti da sè se ne vale la pena, o meno. :) [/QUOTE]
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