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BELLA DISQUISIZIONE SULLA CORSA ALLA POTENZA MAX DEI MOTORI E IN GENERALE SU DOVE ANDRA' IL MONDO EMTB
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<blockquote data-quote="Northman57" data-source="post: 534315" data-attributes="member: 8177"><p>Un testo densissimo e appassionato, ma stilisticamente caotico e a tratti ridondante. Si insiste su concetti forti e condivisibili: “lobbying”, “kindergarten mentality”, “let’s grow up”. Però mancano, almeno in parte, nomi e responsabilità chiare.</p><p></p><p>Anche loro notano l’enorme contraddizione: al Think Tank di aprile, tutti a discutere di limiti e autoregolazione, e subito dopo tutti a rilasciare motori sempre più potenti o aggiornamenti che li potenziano. Lol. La bike industry è chiaramente frammentata, e su questo hanno pienamente ragione: serve coordinamento.</p><p></p><p>Ma ci sono due convitati di pietra. Primo: il profitto. In un mercato fragile – se non in piena crisi – la corsa alla potenza è anche (soprattutto?) una strategia commerciale. Le aziende hanno bisogno di novità da vendere e margini da difendere. La novità della corsa alla potenza genera interesse e profitto. Secondo: i rapporti di forza. Bosch e ZIV sono citati, ma con molta cautela. E la testata tedesca pare a tratti quasi un canale di comunicazione privilegiato della ZIV. "Non so, Rick…"</p><p></p><p>Certo è che qualcuno in posizione dominante deve pur prendere l’iniziativa, e Bosch ha tutte le carte per farlo. Ma come evitare che un “lobbying sano” si trasformi in lobbying sbilanciato, imposto dall’alto, a cui gli altri attori devono adeguarsi senza un vero processo collegiale? La risposta non è facile.</p><p></p><p>L’iniziativa e la regolazione sono necessarie, ma dovrebbero seguire – e non precedere – un confronto ampio, aperto, trasparente. Sicuramente qualche discussione è già avvenuta dietro le quinte prima del Think Tank… ma l’impressione, per ora, resta quella. E lamentarsi dopo aver lanciato il sasso in modo unilaterale o giù di lì mi pare un po' ipocrita e infantile (la famosa "kindergarten mentality"). Un po' come la Russia con l'Ucraina...</p><p></p><p>Per finire, menarla per portare acqua al loro mulino col fatto che il Dji va peggio del Bosch a 85nm sulla base di una prova tutta loro, che per altro è influenzata da 10.000 aspetti (es. abilità rider e terreno), lascia il tempo che trova. Uno potrebbe facilmente creare una pila di esemplificazioni e contro-argumenti in cui il Dji va meglio del Bosch. Questo aspetto è naturalmente taciuto.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Northman57, post: 534315, member: 8177"] Un testo densissimo e appassionato, ma stilisticamente caotico e a tratti ridondante. Si insiste su concetti forti e condivisibili: “lobbying”, “kindergarten mentality”, “let’s grow up”. Però mancano, almeno in parte, nomi e responsabilità chiare. Anche loro notano l’enorme contraddizione: al Think Tank di aprile, tutti a discutere di limiti e autoregolazione, e subito dopo tutti a rilasciare motori sempre più potenti o aggiornamenti che li potenziano. Lol. La bike industry è chiaramente frammentata, e su questo hanno pienamente ragione: serve coordinamento. Ma ci sono due convitati di pietra. Primo: il profitto. In un mercato fragile – se non in piena crisi – la corsa alla potenza è anche (soprattutto?) una strategia commerciale. Le aziende hanno bisogno di novità da vendere e margini da difendere. La novità della corsa alla potenza genera interesse e profitto. Secondo: i rapporti di forza. Bosch e ZIV sono citati, ma con molta cautela. E la testata tedesca pare a tratti quasi un canale di comunicazione privilegiato della ZIV. "Non so, Rick…" Certo è che qualcuno in posizione dominante deve pur prendere l’iniziativa, e Bosch ha tutte le carte per farlo. Ma come evitare che un “lobbying sano” si trasformi in lobbying sbilanciato, imposto dall’alto, a cui gli altri attori devono adeguarsi senza un vero processo collegiale? La risposta non è facile. L’iniziativa e la regolazione sono necessarie, ma dovrebbero seguire – e non precedere – un confronto ampio, aperto, trasparente. Sicuramente qualche discussione è già avvenuta dietro le quinte prima del Think Tank… ma l’impressione, per ora, resta quella. E lamentarsi dopo aver lanciato il sasso in modo unilaterale o giù di lì mi pare un po' ipocrita e infantile (la famosa "kindergarten mentality"). Un po' come la Russia con l'Ucraina... Per finire, menarla per portare acqua al loro mulino col fatto che il Dji va peggio del Bosch a 85nm sulla base di una prova tutta loro, che per altro è influenzata da 10.000 aspetti (es. abilità rider e terreno), lascia il tempo che trova. Uno potrebbe facilmente creare una pila di esemplificazioni e contro-argumenti in cui il Dji va meglio del Bosch. Questo aspetto è naturalmente taciuto. [/QUOTE]
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