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Ammortizzatore ad aria o a molla?
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Testo
<blockquote data-quote="GIUIO10" data-source="post: 398190" data-attributes="member: 30"><p>Non necessariamente, la questione è più complessa di come l’ho semplificata, basta tener conto che si è ragionato su un puntone a vincoli liberi. Nella realtá, supposto che dal lato opposto la boccola abbia gioco trasversale o sia montato uno snodo sferico, dal lato forchetta parallelo al terreno, il puntone è vincolato rigidamente (immaginate i disegni girati di 90 gradi) e ci troviamo in queste condizioni: la flessione massima non è più alla mezzeria, sarà più vicina al vincolo snodato.</p><p>[ATTACH]55370[/ATTACH]</p><p>Ciò che è certo, essendo telescopico l’ammortizzatore, il carico massimo che sopporterà sarà a fine corsa e si trasformerà in vero e proprio puntone quando è a pacco: una molla da 450 lb/“ per comprimersi abbisogna di circa 8Kg ogni millimetro, un ammortizzatore con corsa 55mm a fondocorsa subirà 440Kg di forza peso!</p><p></p><p>I tamponi di fondocorsa (meccanici e/o idraulici) sono presenti in tutti gli ammortizzatori. Se ti riferisci a tamponi microcellulari morbidi da impilare, questi non fanno altro che scimmiottare lo smorzamento idraulico.</p><p>Più corto è il yoke di prolunga meglio è, ovviamente. A parità di interasse dell’ammortizatore, però. Oppure con un ammortizzatore più lungo ma pari escursione alla ruota, con un leveraggio più demoltiplicato.</p><p></p><p>Tutto fa brodo! Se si utilizzano molle con numero limitato di spire (come le ultraleggere in titanio di qualche lustro fa) hanno il loro perché. Le attuali molle in metalalloy hanno spire e lunghezza a sufficienza da non “attorcigliarsi” a pacco. Male comunque non fanno, anzi! le più efficaci utilizzano veri e propri cuscinetti di spinta, ma anche gli anelli in POM caricati (non in PTFE puro) hanno efficacia per mitigare impuntamenti.</p><p></p><p>La maggior parte degli steli è avvitata all’occhiello, è ovvio che per filettare si riduce il diametro originale e si creano spigoli se si lavora a macchina utensile e non per rullatura. Gli spazi sono minimi e gli steli sottili, ai progettisti inventarsi qualcosa, se si guarda da vicino un DHX2 in quel punto, si nota chiaramente quanto esile sia...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="GIUIO10, post: 398190, member: 30"] Non necessariamente, la questione è più complessa di come l’ho semplificata, basta tener conto che si è ragionato su un puntone a vincoli liberi. Nella realtá, supposto che dal lato opposto la boccola abbia gioco trasversale o sia montato uno snodo sferico, dal lato forchetta parallelo al terreno, il puntone è vincolato rigidamente (immaginate i disegni girati di 90 gradi) e ci troviamo in queste condizioni: la flessione massima non è più alla mezzeria, sarà più vicina al vincolo snodato. [ATTACH alt="CE228E5F-A396-42CC-8865-621076BADD0D.jpeg"]55370[/ATTACH] Ciò che è certo, essendo telescopico l’ammortizzatore, il carico massimo che sopporterà sarà a fine corsa e si trasformerà in vero e proprio puntone quando è a pacco: una molla da 450 lb/“ per comprimersi abbisogna di circa 8Kg ogni millimetro, un ammortizzatore con corsa 55mm a fondocorsa subirà 440Kg di forza peso! I tamponi di fondocorsa (meccanici e/o idraulici) sono presenti in tutti gli ammortizzatori. Se ti riferisci a tamponi microcellulari morbidi da impilare, questi non fanno altro che scimmiottare lo smorzamento idraulico. Più corto è il yoke di prolunga meglio è, ovviamente. A parità di interasse dell’ammortizatore, però. Oppure con un ammortizzatore più lungo ma pari escursione alla ruota, con un leveraggio più demoltiplicato. Tutto fa brodo! Se si utilizzano molle con numero limitato di spire (come le ultraleggere in titanio di qualche lustro fa) hanno il loro perché. Le attuali molle in metalalloy hanno spire e lunghezza a sufficienza da non “attorcigliarsi” a pacco. Male comunque non fanno, anzi! le più efficaci utilizzano veri e propri cuscinetti di spinta, ma anche gli anelli in POM caricati (non in PTFE puro) hanno efficacia per mitigare impuntamenti. La maggior parte degli steli è avvitata all’occhiello, è ovvio che per filettare si riduce il diametro originale e si creano spigoli se si lavora a macchina utensile e non per rullatura. Gli spazi sono minimi e gli steli sottili, ai progettisti inventarsi qualcosa, se si guarda da vicino un DHX2 in quel punto, si nota chiaramente quanto esile sia... [/QUOTE]
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